La fragilità dei malati cronici
L’epidemia di Covid-19 ha dimostrato una volta di più che le persone anziane con multimorbidità (ossia la contemporanea presenza di molteplici malattie croniche) sono quelle che più subiscono l’insulto dell’infezione del virus e hanno più probabilità di morire; esse appartengono anche in questo caso alla categoria degli anziani fragili, ossia a quella categoria di persone che più soffrono nella loro età avanzata e più rischiano di morire giacchè alla vecchiaia si aggiunge il carico di molteplici malattie. L’obiettivo primo è quindi quello di prevenire l’instaurarsi della fragilità ossia dell’associazione di malattie croniche. Per ottenere questo obiettivo bisogna innanzi tutto far capire alle persone che molte malattie croniche si instaurano o si aggravano perché i loro stili di vita non sono salutari. È noto infatti che il fumo di tabacco, l’alimentazione eccessiva e inadeguata e la sedentarietà sono nemici della salute e vanno evitati fin dalla tenera età e per tutta la vita. La cosa è possibile se si considera che l’uomo è un essere abitudinario e conformista e che i modi di vivere correttamente diventano abituali se vengono insegnati e vissuti fin dalla prima infanzia. Ecco dove scuola e famiglia devono solidalmente impegnarsi nell’educazione teorica e pratica dei bambini. Ed ecco anche dove si manifesta il buon governo del Paese a sostenere i loro sforzi. Vivere più e meglio è possibile se famiglia, scuola e Governo siglano un patto vincolante per prevenire le malattie croniche causate da stili di vita scorretti.
Quali azioni ci aspettiamo da questi tre attori così determinanti?
1. Governo. La salute pubblica spesso collide con interessi organizzati. L’industria del tabacco, quella alimentare ed altre ancora, per guadagnare maggiormente, devono produrre tanto e quindi stimolare i consumi, riducendo i costi di produzione e con essi la qualità dei prodotti. Le Istituzioni pubbliche devono riuscire a bilanciare gli interessi della salute pubblica con quelli di questi gruppi organizzati. Bisogna che le imprese rispettino un codice etico, ponendo la salute pubblica al vertice del loro operato. Il primo passo è quindi quello di dare concreta applicazione alla “Health in all policy” ossia all’obiettivo e alle iniziative che l’World Health Organization persegue da 40 anni e che consiste nel non approvare alcun provvedimento che possa nuocere alla salute degli umani, degli animali e dell’ambiente ossia alla cosiddetta One Health, dati gli stretti legami che i tre ambiti hanno tra loro.
2. Scuola. Nella scuola, specie quella primaria, si costruisce il cittadino e lo si educa alla convivenza civile e al rispetto dei diritti propri e degli altri, tra i quali figura il diritto alla salute. Io credo che a questo settore dell’educazione vada riservata la massima attenzione e che questo insegnamento vada affidato a maestri preparati e volonterosi così che non venga risparmiata nessuna iniziativa per raggiungere i cosiddetti obiettivi primari. Oltre alle nozioni di base anche l’educazione fisica, il gioco, lo svago e lo sport rientrano in questi ambiti e devono trovare ampio spazio nella scuola, creando nel bambino il piacere e la necessità di muoversi e di allontanarsi dai passatempi sedentari. Se il bambino fin dalla tenera età verrà intelligentemente abituato a vivere in modo sano, potrà più facilmente rimanere fedele a questo principio per tutta la vita e difficilmente cadrà preda dell’assuefazione al fumo, ad altre droghe, all’eccesso alimentare e alla sedentarietà.
3. Famiglia. In questo sforzo il principale attore è la famiglia. Sappiamo bene quanto sia arduo allevare i figli nel mondo di oggi, assicurando loro il necessario, ma non il superfluo. Sappiamo anche quanto è difficile la vita nelle famiglie a basso reddito e a basso livello educazionale e culturale. I cosiddetti determinanti sociali della salute sono infatti più importanti di quelli sanitari e richiedono buon governo e buoni sentimenti della comunità. I provvedimenti a favore della famiglia sono quindi altrettanto importanti di quelli riservati alla scuola.
A questo punto sono consapevole di apparire un utopista, data la difficoltà di tradurre in pratica queste teorie, ma mi consola il fatto che molti Paesi europei e non europei sono impegnati da oltre 10 anni in questa difficile rivoluzione di cultura e di civiltà con risultati che già si vedono.
Si deve procedere a piccoli passi con una visione e dei piani a lungo termine, con il supporto di ogni strumento disponibile. Tra questi ultimi darei grande importanza all’informazione e ai media che la sostengono. Abbiamo ad esempio bisogno che i programmi televisivi e la pubblicità che li sostiene collaborino a sottolineare direttamente e indirettamente l’importanza degli stili di vita salutari per dare una vita migliore, sottoscrivendo anche un codice etico che non dia spazio a messaggi occulti o palesi che inducono ad agire in modo difforme. Non mancano peraltro ai Governi gli strumenti adeguati ad incentivare i buoni comportamenti e a sanzionare quelli scorretti. Se l’obiettivo è condiviso, perché la salute pubblica è considerata un bene supremo, e se gli impegni sono vincolanti, anche i risparmi economici sono vistosi.
Oggi il 60% della spesa sanitaria e gran parte di quella sociale è assorbita dai malati cronici con un ammontare di decine di miliardi annui che potrebbero essere meglio utilizzati per far crescere la qualità della vita di tutti e generare una società più giusta, più sana, più serena e meno aggressiva.
Se il patto per la vita migliore viene condiviso, un piano operativo di lungo termine con relative verifiche potrebbe non solo liberarci dalla fragilità della senescenza, ma anche consentire uno sviluppo più marcato dell’economia nazionale che ha bisogno di nuovi propulsori, quali il rinnovamento qui proposto può offrire. Dati scientifici parlano chiaramente: le malattie croniche possono essere prevenute in tutto o in parte. Ora dobbiamo avere l’intelligenza e il coraggio di cambiare e di avviare un nuovo corso più consapevole e umano.
Per approfondimenti
https://www.who.int/healthpromotion/frameworkforcountryaction/en/