Per fare un bravo ingegnere anche la donazione di sangue aiuta

Per fare un bravo ingegnere anche la donazione di sangue aiuta
bocciolone
Quattro chiacchere con Marco Bocciolone, professore ordinario di Meccanica Applicata alle Macchine e direttore del Dipartimento di Meccanica del Politecnico di Milano. Nostro donatore di sangue, il professor Bocciolone ha voluto condividere con noi la sua esperienza da donatore e lanciare un messaggio agli studenti per coinvolgerli in questa attività di volontariato.

Professor Bocciolone, lei è un donatore di sangue ormai da alcuni anni. Vuole raccontarci cosa l’ha spinta a diventare donatore?
Sono entrato nella famiglia del Policlinico in modo particolare: ho due fratelli medici che mi hanno praticamente “costretto” a cominciare a frequentare la sala donazioni perché, essendo di sana e robusta costituzione, “sarebbe stato un sacrilegio” non mettere a disposizione della collettività un bene così prezioso come il sangue la cui disponibilità, soprattutto in certi momenti dell’anno e in certe situazioni, è particolarmente critica. La donazione di sangue è un dovere che tutti abbiamo ma che qualche volta non assolviamo perché magari siamo pigri o siamo presi da qualcos’altro o semplicemente non ci pensiamo.  

Lei ricopre un ruolo molto importante: formare i giovani a diventare la classe dirigente del futuro. Cosa direbbe a un suo studente per avvicinarlo alla donazione?
Direi loro che la donazione di sangue costituisce una parte di tempo tra le meglio impiegate della propria giornata. Pensando ai vantaggi che si producono per chi ha bisogno di una trasfusione, persone che spesso dipendono dal sangue per la loro guarigione e, in taluni casi, per la loro vita, il nostro minimo disagio personale passa in secondo piano. A nessuno di noi piace essere “bucato” ed è inevitabile avere un po’ di paura, ma la donazione non è assolutamente dolorosa e dura pochi minuti, circa una decina: è un “fastidio” molto limitato nel tempo. Direi loro che, senza questo nostro piccolo disagio, l’Ospedale rischierebbe di fermarsi, la sanità tutta rischierebbe di fermarsi perché non c’è sviluppo in medicina senza trasfusioni di sangue.

A causa del Coronavirus in Italia e nel mondo stiamo vivendo un momento molto critico dal punto di vista economico, sanitario e di coesione sociale. Come ha contribuito il Politecnico di Milano ad alleviare l’emergenza da Covid?
È un periodo che, da un lato, ricordiamo con estrema difficoltà; dall’altro, ci ha anche stimolato ad agire. Il 23 febbraio 2020, il Politecnico ha deciso di passare alle lezioni a distanza per mettere in sicurezza gli studenti, l’Ateneo però è rimasto aperto e la ricerca è potuta proseguire anche in quei giorni. È una notizia che è apparsa su tutti i mezzi di comunicazione che i laboratori dei nostri dipartimenti di Scienze e Tecnologie Aerospaziali, di Chimica e di Energia, abbiano lavorato a tempo pieno: giorno, notte, sabato e domenica eravamo impegnati per testare tutti i materiali per le mascherine. In quel periodo eravamo veramente in una situazione drammatica proprio per quanto riguardava i sistemi di protezione, quindi, importanti risultati li abbiamo ottenuti nel testare i vari materiali utilizzati per questi dispositivi, in modo tale che avessero tutte le caratteristiche per fornire al personale sanitario e poi a tutti noi la miglior protezione possibile.
Il Dipartimento di Chimica, cito un’altra iniziativa, si era messo a produrre la "Polichina" [1]. In un periodo in cui il gel disin-fettante era di difficile reperimento sul mercato, i nostri assegnisti dottorandi hanno lavorato ininterrottamente per produr-re litri di “Polichina” e poterli poi distribuire gratuitamente alle Aziende Socio Sanitarie Territoriali e alle Protezioni Civili della Lombardia e, dalla fine di marzo, anche alle carceri di Milano (San Vittore, Opera e Bollate).
E ancora, passando a un livello di ricerca un po’ più alto, molti dei nostri gruppi si sono dedicati a progetti che permettes-sero di ricavare dei respiratori adottando soluzioni che non erano quelle tradizionalmente conosciute in clinica. In quel momento, molti si sono ingegnati alla ricerca di soluzioni innovative che andavano valutate anche dal punto di vista della sicurezza e della performance. È impensabile fornire a un paziente o a un medico un dispositivo di protezione individuale non testato dal punto di vista della sicurezza: la cosa peggiore è mettere una persona nelle condizioni di sentirsi sicura, quando però, di fatto, non lo è. Quindi, la nostra attività è stata anche quella di garantire che i dispositivi sottoposti alla nostra attenzione fossero davvero sicuri.
I nostri sforzi hanno dato buoni frutti e poter contribuire concretamente ad alleviare l’emergenza è stata un’esperienza umana particolarmente importante.

Qual è il valore aggiunto di un’esperienza di volontariato per un neolaureato che si sta affacciando al mondo del lavoro?
Il volontariato è assolutamente un valore aggiunto e il Politecnico è molto attento a questo tema.
I nostri studenti possono partecipare a progetti specifici di responsabilità sociale e cooperazione, attivi presso il nostro ateneo. Con Polisocial [2] vogliamo rafforzare nei nostri studenti e ricercatori questa sensibilità che completa la nostra prima missione di formare bravi ingegneri, architetti o designer. Abbiamo progetti attivi sia sull’area di Milano, in particolare in periferia, sia all’estero. Vogliamo far crescere questa sensibilità al volontariato che poi, per molti di loro, fuori dalle mura dell’Università, continuerà nel tempo in vari modi, compresa anche la donazione di sangue.

Professore, c’è un messaggio finale che vuole dare, soprattutto ai giovani?
Una conclusione a questa lunga chiacchierata è che quando ci si alza dal lettino, dopo la donazione, ci si sente particolarmente leggeri e particolarmente contenti. Si prova un senso di benessere che raramente sperimentiamo.

Grazie al professor Bocciolone per la sua testimonianza, la aspettiamo alla prossima donazione!

[1] https://www.cmic.polimi.it/magazine/stories/polichina/
[2] http://www.polisocial.polimi.it/it/home/
 
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