Donatori di sangue e trapianto di midollo

Donatori di sangue e trapianto di midollo
Foto Onida(1)
Ogni giorno il nostro Centro Trasfusionale accoglie numerose persone che, con grande senso civico e generosità, decidono di donare il proprio sangue per aiutare un paziente che ha bisogno di una trasfusione. Si sono avvicinate alla donazione, ognuna con la propria motivazione personale e magari senza nemmeno essere completamente consapevoli di quanto quel gesto, tanto semplice per loro, sia vitale per coloro che potranno beneficiarne.
Nell’intervista al professor Francesco Onida, ematologo, responsabile del Centro Trapianti Midollo Osseo del Policlinico di Milano, abbiamo parlato di questo e di tutti gli sviluppi che ci sono stati nel corso degli ultimi 25 anni, dai tempi del professor Lambertenghi, grazie ai quali oggi si riesce a trattare con successo la maggior parte dei pazienti con indicazione al trapianto:

“Ho iniziato con i trapianti di midollo nel 1994, all’epoca ero ancora uno studente di medicina, e la mortalità associata a complicanze da trapianto da donatore non famigliare si avvicinava al 40%; oggi siamo vicini al 10%. Al Policlinico siamo persino vicini al 5%, e questo, per noi che facciamo questo lavoro, è estremamente importante”.

Professor Onida, quali sono attualmente le maggiori indicazioni al trapianto di midollo?
In campo oncoematologico cioè quello delle malattie neoplastiche maligne del midollo osseo, quindi del sangue, la maggiore indicazione al trapianto è la leucemia acuta, soprattutto di tipo mieloide, seguita dalla linfoblastica. Per questi pazienti, il trapianto allogenico è l’unico trattamento che possa portare alla guarigione, riducendo considerevolmente il rischio di recidiva.
Il trapianto allogenico (ndr le cellule staminali emopoietiche trapiantate sono prelevate da un donatore sano) trova poi indicazione frequente nelle mielodisplasie ad alto rischio, che rappresentano malattie ‘pre-leucemiche’ e sono di più frequente riscontro nella popolazione anziana. Oggi, grazie a tutti i progressi fatti, possiamo sottoporre a trapianto anche pazienti di età avanzata (fino a 75 anni di età), offrendo così una possibilità di guarigione a persone che, seppur anziane, possono avere ancora una lunga aspettativa di vita.
Nelle malattie linfoproliferative, cioè i linfomi e i mielomi, invece, il trapianto più spesso eseguito è quello autologo, ossia quello in cui le cellule staminali emopoietiche da trapiantare vengono prelevate al paziente stesso e congelate, per poi essere reinfuse dopo un opportuno trattamento con chemioterapia ad alto dosaggio. Nei linfomi, che sono malattie tumorali a carico dei linfonodi, il midollo osseo non è infatti quasi mai coinvolto, cosicché le cellule staminali emopoietiche del paziente sono generalmente sane.

Quanto è importante il supporto trasfusionale e quindi la donazione di sangue per un paziente trapiantato?
Per questi pazienti la donazione di sangue è fondamentale. Un soggetto sottoposto a trapianto di cellule staminali emopoietiche, ossia un trapianto di midollo osseo, va infatti sempre incontro ad una fase di necessità trasfusionale, più o meno lunga. Senza il supporto trasfusionale, quindi, noi non potremmo eseguire i trapianti.
Le trasfusioni non sono peraltro necessarie solo per il trapianto: il paziente affetto da leucemia acuta va infatti incontro ad un trattamento che prevede diversi cicli di chemioterapia, durante i quali necessita di supporto trasfusionale continuo. In un percorso di terapia che, concludendosi con il trapianto allogenico, dura in media circa 6 mesi, il paziente può avere necessità di diverse decine di trasfusioni di globuli rossi, e altrettanti di pool piastrinici.
Fondamentale per la terapia trasfusionale è la disponibilità di sangue, grazie ad un alto numero di donatori abituali, e la preparazione degli emocomponenti, avviata dal Centro Trasfusionale del Policlinico fin dagli anni ‘70. La preparazione dei singoli emocomponenti, infatti, ci permette di trasfondere globuli rossi concentrati e, quindi, un volume di sangue inferiore (meno di 200ml) di quello contenuto in una sacca di sangue intero (450ml): in tal modo non sovraccarichiamo il volume del circolo del paziente ma manteniamo inalterato il quantitativo di emoglobina. I globuli rossi concentrati hanno anche il vantaggio di non contenere globuli bianchi che, se trasfusi, potrebbero causare delle reazioni trasfusionali nel paziente. Inoltre, unendo le piastrine ottenute dalla donazione di 5 donatori dello stesso gruppo sanguigno, si ottengono dei pool piastrinici di numero tale da dare al soggetto trasfuso un reale beneficio clinico: un paziente con 10.000 piastrine per microlitro di sangue, se riceve una trasfusione di un pool piastrinico, il giorno dopo può arrivare ad averne 40.000; se dovesse ricevere una sola unità di piastrine salirebbe invece di poco, e dovrebbe essere trasfuso  molto più frequentemente.
Senza i donatori di sangue queste persone non potrebbero essere curate. Questo è sicuro.

Cosa si sente di dire ai nostri donatori di sangue?
Innanzitutto mi piacerebbe ricordare ai donatori qualche numero, perché forse non tutti sanno che nel nostro sangue i globuli rossi sono circa 5.000.000 per ogni microlitro mentre i globuli bianchi sono 5.000 per ogni microlitro, cioè mille volte di meno. Praticamente, nel nostro sangue ci sono circa 25.000 miliardi di globuli rossi e, quando si dona, ne vengono sottratti circa 2000 miliardi. Ogni secondo il nostro midollo osseo produce ben 2.300.000 globuli rossi per un totale di quasi 200 miliardi in un giorno solo, riuscendo così a ripristinare in breve tempo quanto perso con la donazione, senza alcuna conseguenza per la sua salute, anzi!
Infine vorrei dire grazie di cuore a tutti loro, perché ogni volta che trasfondiamo, e lo facciamo tutti i giorni, il pensiero va proprio alla persona che c’è dietro la sacca: è venuta in ospedale, affrontando anche qualche disagio, e ha deciso di impiegare delle ore del proprio tempo per un atto di generosità. In quei momenti il pensiero va anche a tutte le persone che lavorano al Centro Trasfusionale e ci preparano le unità con degli standard di sicurezza tra i più elevati al mondo.
Nel box sotto, sono riassunti i momenti più importanti di questo cambiamento.
box onida copia(3)
Per approfondire
Prof. Francesco Onida: https://www.policlinico.mi.it/i-nostri-professionisti/profilo/236/onida-francesco
Centro Nazionale Trapianti: http://www.trapianti.salute.gov.it/trapianti/dettaglioContenutiCnt.jsp?lingua=italiano&area=cnt&menu=chiSiamo&id=234
Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo: https://ibmdr.galliera.it/ibmdr
Beat – Leukemia: https://www.beat-leukemia.org/
Un libro tra scienza e fede. A colloquio con l'autore, il professor Giorgio Lamberteghi Deliliers