Non solo "Quelli dei social", ma anche "Quelli che donano": il futuro in buone mani

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Mi chiamo Linda, sono psicologa, cittadina attiva e da 10 anni donatrice di sangue. La mia esperienza da donatrice è iniziata sui banchi di scuola, al liceo Galvani, grazie al Progetto Scuole. Il Progetto è un’iniziativa dell’Associazione Amici Donatori di Sangue del Policlinico, volta a sensibilizzare alla donazione di sangue i ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado sul territorio milanese. Proprio in quel momento un po’ emozionante e incerto della vita, ho scoperto cosa significa davvero essere “cittadini attivi e responsabili”.

 

La donazione di sangue è l’incarnazione di una cittadinanza attiva, a partire dalla maggiore età è un gesto che consente di mettersi subito in gioco realmente, di fare qualcosa di concreto per aiutare il mondo. Un mondo che appare sempre più distaccato e non curante delle relazioni con gli altri, di fronte al quale ci si può molto spesso trovare in difficoltà e sentire impotenti. Donando il sangue si può sentire di aver fatto qualcosa di concreto per cambiare almeno un pochino questo mondo, o, se non altro, la vita di qualcuno in condizioni di reale fragilità.

 

Adesso sono la referente del Progetto Scuole, ho il compito di organizzare le sensibilizzazioni nelle scuole secondarie di secondo grado e, in seguito, le donazioni di gruppo presso il Centro Trasfusionale.

Tutto questo è possibile grazie anche alla sensibilità e alla collaborazione delle scuole milanesi, che credono fermamente nel valore della solidarietà. Nel 2024 le scuole sensibilizzate sono state 30, per un totale di circa 4.250 studenti sensibilizzati.

Non potrei essere più contenta di svolgere questo ruolo, ogni volta che mi trovo davanti ai ragazzi, rivedo la me di alcuni anni fa e quel momento in cui si hanno tutte le possibilità del mondo davanti a sé. Allora mi emoziono e cerco di trasmettere l’importanza del gesto della donazione, raccontando la mia esperienza.

Parallelamente, in questo delicato lavoro di sensibilizzazione mi aiutano alcuni volontari dell’Associazione, che portano la loro esperienza e trasmettono il grande valore di questo gesto alle nuove generazioni.

Tengo particolarmente a sottolineare quanto la donazione di sangue possa rappresentare un fattore di protezione nei confronti dei rischi che il momento della tarda adolescenza può portare con sé, ad esempio l’uso smodato di sostanze e di alcol, o, più in generale, uno stile di vita dannoso per la salute. Dunque la donazione può diventare anche un’alternativa concreta a scelte rischiose, un modo per sentirsi parte di qualcosa, per costruire un’identità sana e attiva in un momento delicato come l’adolescenza.

 

Il Progetto Scuole merita di essere valorizzato, sostenuto, raccontato: nel 2024 i ragazzi delle scuole superiori hanno rappresentato la percentuale più alta di nuovi accessi alla donazione di sangue. Questo dato suggerisce che i giovani di oggi non siano ben rappresentati dai media contemporanei, i quali impongono spesso il messaggio di una nuova generazione egoista e vuota; al contrario fa riflettere su quanto questi ragazzi siano responsabili, quanto tengano effettivamente alla propria salute e a quella degli altri, quanto siano maturi.

Per l’Associazione e per tutti gli ospedali riforniti dall’Associazione (Pini, IEO, Monzino, Policlinico), dunque per tutti i pazienti ricoverati in queste strutture che necessitano di trasfusioni, il gesto della donazione dei ragazzi ha un valore immenso, che nel 2024 si è tradotto in 750 prime donazioni. Poter contare su donatori così giovani è per noi una grande risorsa, per questo motivo ci permettiamo di parlarne con infinito rispetto e orgoglio.

Per quanto mi riguarda, i ragazzi rappresentano una speranza concreta, che merita di continuare ad essere nutrita e incoraggiata.

Ringrazierò sempre chi mi ha dato la possibilità di conoscere questa realtà, perché donare sangue non è solo salvare una vita, è anche capire chi si vuole essere.